Consigli per un caffè narrativo con udenti e non udenti

Volete sperimentare il formato interculturale (vedi intervista a Johanna Kohn) in prima persona? Qui trovate delle raccomandazioni per la situazione comunicativa dei caffè narrativi con persone non udenti che conoscono la lingua dei segni e interpreti della lingua dei segni della Svizzera tedesca (DSGS). 

 

Prima del caffè narrativo:

  • Accertarsi che ci siano buone condizioni di luminosità. Evitare di essere in controluce.
  • A seconda della composizione del gruppo si deve fare attenzione anche ai rumori di sottofondo (apparecchi acustici, impianti cocleari).
  • Lasciare tempo e spazio alle persone non udenti e alle/agli interpreti per trovare la disposizione a sedere migliore.
  • Posizionare dei tavoli solo se necessario.
  • Chiarire se il gruppo preferisce il tedesco standard allo svizzero tedesco.
  • Per attirare l’attenzione di un gruppo su di sé (per esempio per segnalare l’inizio), si può, a titolo esemplificativo, accendere e spegnere ripetutamente la luce. Se le/gli interpreti sono già sul posto o in servizio, si possono anche fare annunci a voce. Sarà poi cura delle/degli interpreti trasmettere il messaggio in modo adeguato.

Durante il caffè narrativo:

  • Non sono da fare lunghe pause appositamente per le/gli interpreti. Saranno loro a interrompere e a chiedere di ripetere nel caso si stia procedendo troppo rapidamente.
  • Mantenere assolutamente il contatto visivo con le/i partecipanti e non con le/gli interpreti mentre si sta parlando.
  • Le/gli interpreti della lingua dei segni non vengono coinvolte/i attivamente nella conversazione. Ciò significa che non devono essere fatte loro domande (se non collegate direttamente alla traduzione simultanea in corso).
  • Per via della traduzione, chi comunica con la lingua dei segni reagisce con un piccolo ritardo. Ecco una tipica situazione che si verifica nei gruppi misti con traduzione simultanea: si fa una domanda ad alta voce e verso la fine della formulazione le/i prime/i partecipanti udenti chiederanno già la parola per rispondere. In quel momento però la traduzione della domanda nella lingua dei segni non sarà ancora terminata. Le persone non udenti si trovano perciò in posizione svantaggiata e vengono anticipate da quelle udenti. Nei gruppi misti si corre dunque il rischio che le persone non udenti non riescano a prendere la parola. Si deve “dare la parola” in modo che tutte/i possano intervenire. Prima di sentire delle risposte, la domanda deve essere stata tradotta completamente nella lingua dei segni.
  • La cultura delle/dei non udenti è caratterizzata dalla comunicazione in contemporanea di molte persone. È possibile che le/i non udenti trovino inadatto il susseguirsi di racconti (monologhi) come forma organizzativa dei caffè narrativi e che cerchino piuttosto delle discussioni e dei riscontri. Si dovrebbero sviluppare in anticipo delle strategie per i moderatori e le moderatrici su come gestire tali situazioni.

Ecco qui la guida dettagliata (tedesco).